Estate 1946. Dopo la morte del padre avvenuta tre anni prima per mano dei fascisti, Emilia si ritrova in uno stato di totale confusione, una confusione a cui non era abituata. Si sente persa, disorientata. Arriva l'estate, calda e umida, che costringe la ragazza a restare in veranda, stesa in pose improponibili sulla sedia a dondolo, facendo sventolare le sue piccole mani cercando di creare un po' di aria fresca. Quella stessa estate, Lucia, la madre di Emilia, decide di mettere in affitto una delle camere della loro casa. In soli due mesi, più di otto pensionanti sostano in quella casa, e sono per lo più scrittori stranieri che vogliono trovare ispirazione dalla campagna italiana. Ognuno di loro lascia in Emilia un ricordo ben preciso, ma solamente uno le lascia un segno, rubandole il cuore e quel briciolo d'innocenza rimasto.