"Vedrete, questa sarà un'operazione lampo. Qualche settimana e saremo già sul Continente, alle spalle del nemico, che si arrenderà subito."
Questo era ciò che dicevano gli ufficiali dell'Impero alle proprie truppe, alla vigilia dello sbarco sulla più importante delle isole della Repubblica. Il morale alto e la speranza di terminare velocemente la guerra scemarono rapidamente quando i combattimenti sull'isola si prolungarono in una sanguinosa guerriglia per entrambe le parti. Solo dopo lunghi mesi l'esercito Imperiale, a pezzi, riuscì a raggiungere il suo obiettivo principale, l'ingresso nella città abbandonata, cuore della guarnigione nemica. Ora mancava l'ultima spinta, conquistarla, e per farlo era necessario raggiungere l'antico castello. Dopodiché tutti sarebbero potuti tornare alle proprie case.
Fu inviata una squadra esplorativa a osservare le truppe nemiche che stanziate lungo tutta la strada sino al castello. Erano senza speranza, dei condannati a morte inviati in una babele di case tutte identiche, lontani da ogni unità alleata, in posti dove qualunque angolo avrebbe potuto nascondere un tiratore scelto, una mitragliatrice nascosta, una trappola o una squadra di fanti della Repubblica pronti per un'imboscata.
Un ulteriore problema si aggiunse quando la squadra esplorativa si accorse che i rapporti sulle tipologie di attività nemiche fossero errati, ignoranza che avrebbero pagato a caro prezzo.