SEQUEL DI INNOCENCE [...] La guardai poi passarsi una mano fra i capelli e girarsi verso di me, aprì la bocca un paio di volte prima di scuotere la testa e tornare a sedersi composta sui sedili, prima ancora che potessi chiederle a cosa stesse pensando, però, mi precedette. «Senti, potrei averti comprato un regalo, ti va se... Si insomma, puoi salire un attimo. È una stupidata, pensavo di dartela lunedì in ufficio, ma sei già qui» disse senza alzare lo sguardo su di me. Sentii il cuore cominciare a pompare velocemente nel petto nel sentirla pronunciare quelle parole. Deglutii un paio di volte ed ebbi bisogno di qualche secondo per realizzare che non fosse stato frutto della mia immaginazione, che davvero mi aveva chiesto di salire a casa sua. A quel punto avrei potuto dirle che era tardi, che era il caso che tornassi a casa, che il regalo avrebbe potuto sul serio darmelo lunedì o chiederle semplicemente perché non lo aveva portato al pub per darmelo quando anche Brooke e Niall avevano fatto lo stesso. Avrei potuto dirle tante cose per rifiutare quell'invito e, anche se mentre scendevo dalla macchina e la seguivo verso casa sua mi dicevo che lei stessa mi aveva detto di non provare niente per me e che quindi niente di male sarebbe potuto accadere, ero in realtà certo che accettando quell'invito avrei definitivamente firmato la mia condanna verso una lunga serie di peccati.