Convinta che gli anni dove aveva passato gran parte della sua breve vita a studiare nell'accademia del Wisconsin Ballet fossero stati i più duri, non aveva tenuto conto che cosa volesse dire essere trasferita alla compagnia di danza dell'American Ballet Theatre; una delle compagnie più importanti al mondo al pari della Royal Ballet, la Scala di Milano e il Balletto dell'Opéra di Parigi. Ray Morgan continuava a librarsi per la via del ballo solamente per godersi il sogno del volo, scappando dal passato, dove per pochi secondi sentiva di avere la meglio contro la gravità e viversi una flessibilità che nessun altro avrebbe mai potuto capire. Ma le sue origini spartane, il suo aspetto angelico e un paio di occhi disegnati da un mangaka, mostravano al mondo una versione totalmente opposta di ciò che era veramente. Senza essere capita si ritroverà a lavorare, tra l'odissea di problemi, con un importante elemento del passato dell'ABT. Un étoile famoso ormai in tutto il mondo a soli ventinove anni: perfezione, pulizia e impeccabilità erano aggettivi che amava vestirsi addosso quasi quanto il suo comportamento severo e glaciale nei confronti del prossimo. Ray sentirà per la prima volta in vita sua la mancanza di gravità al di fuori delle danza e Park Jimin ne sarà il motivo; mentre Jimin avvertirà un calore umano che non sentiva da tempo e Ray Morgan sarà il suo motivo. «Non voglio scuse. Non scusarti, fallo bene o non farlo affatto»
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