Verso la fine di dicembre 2016 ho iniziato a scrivere una sorta di Diario quotidiano.
Visto il momento di smarrimento che stavo attraversando, dati alcuni avvenimenti che hanno cambiato profondamente la mia esistenza, ho pensato di iniziare a mettere i miei pensieri su carta.
O meglio, attraverso i mezzi di cui oggi disponiamo, ho pensato di provare a fotografare alcune delle sensazioni che attraversavano le mie giornate, provandone qualche beneficio.
Questa è l'introduzione al Diario che scrissi negli ultimi giorni di Dicembre 2016.
Mentre siamo continuamente bombardati e sollecitati da informazioni, immagini, rumori e sensazioni, gli stati d'animo più diffusi sono quelli della confusione e dello spaesamento fino all'estraneità.
I punti fermi oscillano, le certezze sono in discussione e le nostre boe ci portano alla deriva.
Allora ho pensato di fissare su qualche foglietto una minima parte dell'enorme mole di pensieri che viaggiano nella mia e, forse, nelle nostre teste.
Ancorarsi a dei foglietti, ai nostri pensieri. Ancorarci a noi stessi, nel vero senso della parola. Non perdere la nostra personale rotta. Essere il timone di noi stessi. Essere noi stessi sempre.
Pensieri come schegge.
Le schegge non sono mai indolori. Pungono, provocano, feriscono, vanno in profondità.
Impazzite perché apparentemente insensate: slegate, trovano un loro ordine insperato sorprendendo anche il loro creatore.