Waves of destiny (The freedom of falling) 🌊💜

Quando volevo scappare dal mondo e dalla tecnologia, andavo sempre a camminare, lungo un torrente vicino casa mia. Un pomeriggio, mi accorsi di due alberi che non avevo mai notato prima, la loro bellezza non era speciale, eppure c'era qualcosa nei loro rami che li rendeva quasi poetici. I tronchi erano piantati ai rispettivi lati della pista ciclabile, quello di sinistra era leggermente inclinato e i rami di quello di destra si incastravano nei suoi, quasi a volerlo sostenere per non farlo cadere. Così mentre procedevo nella mia passeggiata mi ritrovai a riflettere su quanto fosse rassicurante per le persone sapere che, quando si sta per cadere, ci sarà sempre un paio di mani pronte a sostenerti. Eppure, ogni volta che sono caduta, non ho mai trovato delle mani che mi aiutassero a rimettermi in piedi, così per ogni caduta, grande o piccolo, ho imparato un po' alla volta a rialzarmi sempre da sola, fino ad arrivare alla consapevolezza, che noi essere umani, non siamo come quei rami dei due alberi che si incastrano per sostenersi a vicenda. O almeno questo era ciò che credevo fin quando una persona mi ha fatto irrimediabilmente cambiare idea. Io non riuscivo a comprendere come potesse qualcuno pensare che quelle cicatrici sulle ginocchia, che si accumulano per ogni sbucciatura che ti fai crescendo, potessero essere quanto di più prezioso abbiamo. Poi ho capito, ho capito che sono quelle cadute, quei lividi e quelle cicatrici che ci procuriamo cadendo, che ci rendono persone adulte e mature, ma soprattutto consapevoli. Perché, se la strada è sempre dritta, forse abbiamo seguito le indicazioni sbagliate.