«Ti paga?» gli chiesi sovrappensiero; si voltò verso di me con le sopracciglia aggrottate, così indicai con la testa la borsa che cadeva al centro del suo petto. «L'università. Ti paga per scattare foto a tutti gli eventi?» Harry e la sua macchina fotografica erano praticamente un tutt'uno, ma mi ero sempre chiesta se lo facesse solo per hobby o se ci guadagnasse anche qualcosa. Tuttavia quella che a me sembrava essere una domanda lecita era, ai suoi occhi, probabilmente stupida, poiché si lasciò scappare uno sbuffo divertito. «No, non mi paga.» [...] «Sono belle» dissi con sincerità, riferendomi alle fotografie. Sollevai lo sguardo per osservarlo quando non rispose e, anche se non mi ringraziò, vidi comunque un sorriso compiaciuto combattere per spuntare sulle sue labbra piene.