Una giornalista alla ricerca della verità, in un mondo dove tutto si nasconde. Un uomo che lotta per la giustizia, ma ha smesso di combattere per se stesso. E un altro che difende il suo sangue, che ancora impregna la terra. "Cheyenne" è la Storia che si ripete, duecento anni dopo. Avrà lo stesso finale? ☆ ☆ ☆ Oklahoma, 2020. "Lawson, mi chiamo Lawson". Abigail lo guardò, era un uomo strano, indecifrabile. "E non ha un nome, signor Lawson?". Lui esitò un istante, prima di risponderle: "Eachann. Riesce anche solo a pronunciarlo?". Abigail lo studiò ancora, in effetti non aveva mai sentito quel nome. Era strano quanto chi lo portava: "Gliel'hanno dato gli Cheyenne?", chiese invece con un filo di voce. Lawson rise: "Crede che si debba per forza essere uno di loro per stare dalla loro parte?". E, scuotendo il capo, aggiunse: "Era il nome di mio nonno, scozzese. Ma mi chiami Lawson, andrà bene così". ☆ ☆ ☆ "Lei è la voce che non vuoi sentire, segue il vento, agita le fronde degli alberi e squarcia la carne fino a conficcarsi nel cuore. Tutti la chiamano Verità. È l'unica freccia che ho scoccato, l'unica con la quale ferirei un uomo". *** @Copertina realizzata da Sira Rivera
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