"Non ho mai saputo ballare. Non sono mai stata capace di seguire il ritmo della musica, di lasciarmi andare. «Nemmeno io so ballare, ma a chi importa?» Diceva lui. Eppure, era il miglior ballerino che io avessi mai visto. Ma forse ero un po' di parte. Ballammo quella canzone, in piena notte, senza che nessuno la suonasse. La melodia era già nei nostri cuori, che battevano all'unisono. Ballavamo come due ragazzini, impacciati, maldestri, che si pestavano i piedi e ridevano, ancora e ancora. Ogni sera, nella mia stanza, era come se il tempo si fermasse. Ogni mattina, con un caffè, un cappuccino e un Burlone a farci da madrina, passava in fretta, sotto ai nostri occhi. Mancavano due giorni al ballo. Avremmo mai avuto il coraggio di suonarla, quella canzone?" Due ragazzi, un incantesimo commesso per errore: una scuola maledetta. Una sola regola: non innamorarsi.