Ganondorf strinse i denti, le spalle gli facevano male ma si rialzò, come gli era stato ordinato. « Lasciala. » la maestra indicò con un gesto del mento la lancia. Lui ubbidì. La guardò fare un solco sulla sabbia morbida, apertasi intorno ad essa come fosse semiliquida. Avrebbe voluto sprofondare in quella sabbia anche lui, sparire per non essere più percepito. La maestra schioccò le dita, Ganondorf strinse i pugni e pensò solo a difendere la testa, il volto, poco l'addome, mentre le compagne di allenamento si accanivano su di lui. Ogni colpo che incassava risuonava sulla carne e sulle ossa. Portavano tutti lo stesso messaggio: tu non diventerai mai Re delle Gerudo.