[ESTRATTO DAL TESTO]
"Come potranno, gli dei, ricevere un corpo volgare come il tuo?"
"Accetta la tua sentenza da meretrice, poiché questo è ciò in cui ti sei mutata: infima carne impura."
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Gli dei, apparivano come entità sconosciute, coloro che esercitavano una fasulla benevolenza sulle creature che essi stessi avevano scelto di creare, poiché far abitare una terra priva di ogni intrattenimento a degli esseri esuberanti e imperfetti poteva rivelarsi interessante.
Le divinità erano sempre state pretenziose, appassionate dal loro ego con una tale ossessività, tanto forte da esigere sacrifici umani per donare la loro compassione: a causa di ciò, ogni vent'anni una sacerdotessa avente talenti considerati opera divina veniva consegnata ad essi tramite il suo omicidio.
Era questa la verità conosciuta dagli uomini a Pulchraria, quest'ultima propagata in pesante maniera dalla monarchia della sovrana, oramai affiancata dai servigi di un giovane segretamente ateo.
Tuttavia, manca meno di un anno al prossimo sacrificio, di cui sarà vittima Evarista. Lei, che ha trascorso i suoi diciannove anni completamente dedita al pretendere degli dei, quasi orgogliosa del misero destino che le spetta, avrà un contatto inconsapevole con colui che non crede.
Rincorrere un desiderio, mancare di pudicizia, assecondare la curiosità.. Può essere davvero peccaminoso come il divino impone?