"Mia amata Anastasia, tu non ricordi di noi, non ricordi che sin dall'alba dei tempi tu sei sempre stata mia e qui oggi, con questa penna con troppo poco inchiostro per scrivere di te, ti scrivo la milionesima lettera, dove tra le righe ancora m'appartieni, ancora cerchi il mio sguardo tra la folla e ancora la tua anima è legata. Solo tra queste righe posso possederti ancora, ricordare delle nostre notti e dare risposte a domande che tu nemmeno ti poni e probabilmente fino alla fine della mia lunga e tormentata esistenza nemmeno ti porrai. Perdona il mio volgare utilizzo della parola e l'aspro utilizzo della memoria ma vederti tra le braccia di qualcuno che non sia io, mi porta a sfociare nella mera rabbia tutte le sensazioni che tu, bella e distruttiva come sei, mi porti nell'anima ancora più dei giorni in cui la tua pelle bramava la mia e vi si poggiava come la rugiada al mattino sulle foglie..." scrisse Artemis, la sua grafia elegante adornava quel foglio, tutte cose estremamente umane ed effimere ma che erano le uniche a permettergli di tener passo per passo le nuove parole umane che la sua mente apprendeva per descrivere quanto la sua dolce Anastasia fosse rimpianto e pace della sua anima, veleno ed antidoto per il suo cuore.