«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?»
«Duemila»
𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve.
Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve indica frigidità sessuale e freddezza intima, collegata all'incapacità di provare piacere a causa di istinti repressi».
Nives, inoltre, soffre di un disturbo psicologico, l'ansia sociale.
Anch'esso, per certi versi, si può collegare alla sentenza di Freud; è come se fosse tutto collegato, tutto perfettamente programmato e scritto.
Ma in realtà non è così, la vita di Nives è tutt'altro che "perfettamente programmata".
Nives va' male a scuola poiché, per colpa del suo disturbo, puntualmente, durante le interrogazioni si blocca e non riesce più a parlare.
In più non ha un bellissimo rapporto con i genitori, che definiscono questo disturbo come un tentativo di portare attenzione su di sé.
L'unica persona che aiuta Nives è la sua psicologa, che la segue da più di un anno.
La ragazza si è procurata i soldi per pagare le sedute lavorando in un bar nel centro della città in cui vive, Magdeburgo.
Ed è proprio sotto la neve di Magdeburgo che gli occhi azzurri di Nives si incontrano con un paio di occhi castani e curiosi, pronti a fare di tutto per sciogliere il freddo velo che circonda la ragazza.
Una ragazza catapultata in un nuovo paese: la Germania.
Obbligata a seguire orari, frequentare corsi scolastici e costretta a sopportare l'occhio vigile della sorella su di se. Un incontro particolare però l'aiuterà a farsi piacere la nuova città.
Dal 5° capitolo:
«Hey! Tu sei la coinquilina di Gustav giusto?» aveva un'aria scherzosa e maliziosa allo stesso tempo.
«Sì e ho un nome. Sono Mad» rispose fredda lei, non poteva far vedere che le interessava.
«Scusa, Mad è che non ho una buona memoria...».
«Ah si? Eppure il mio fondo schiena l'hai riconosciuto benissimo mi pare...» esclamò tagliente.
Lui sorrise facendole cenno di salire in auto.
«Ti va di andare a fare un giro?» disse poi.
«Sto correndo, non si vede?».
«Sempre così gentile?».
«Sempre così stupido?».