Malgrado in un modo o nell'altro, quella che si sarebbe potuta definire "alta società", lo intratteneva sempre, Enea Wilson iniziava ad annoiarsi. Le ruote del taxi andavano a un ritmo terribilmente lento. La puzza di muffa si mescolava in modo disgustosamente perfetto a quella di sporco e fumo dentro l'abitacolo vecchio e traballante. Nelle cuffiette di Enea ormai si distingueva solo il sonoro ronzare fastidioso del motore mezzo morto dell'automobile quasi centenaria che lo stava portando ai cancelli della sua nuova vita. Stringeva in mano un biglietto scarabocchiato in fretta e furia durante una telefonata, un post-it rosa fluorescente sbiadito dalla lavatrice e miracolosamente ripescato integro, che citava "Poppy's DreamPlace, 169 Monty Hill."