For a mistake - Midoriya x Todoroki
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Ongoing, First published May 02, 2024
Mature
Mentre Midoriya e i suoi amici sono in vacanza, grazie ad un piccolo errore, il ragazzo conosce Todoroki.
Vi lascio un pezzo del primo capitolo...

" Mentre entravano, Midoriya notò un ragazzo dai capelli bicolori rossi e bianchi, non sapeva il motivo ma il ragazzo stava prestando molta attenzione al pavimento.

Entrarono nell'edificio, mentre Iida andava a ritirare le chiavi per la nostra stanza, Midoriya e Ochako si sedettero in delle piccole poltrone e accanto a loro c'era il bicolore.

<Aah non vedo l'ora di sapere com'è fatta la camera!> <Sono curioso anch'io ma non credo sarà il massimo, abbiamo preso una stanza abbastanza economica> <Vabbè l'importante sia bella e confortevole per la notte>.

Midoriya si mise una mano nella nuca e rise.
Il telefono del Bicolore stava squillando catturando l'attenzione di Midoriya. Mentre il proprietario del telefono rispose si era alzato dalla poltroncina e si stava dirigendo verso l'entrata o dal loro punto di vista, l'uscita. "

Non vi spoilerò altro. Se vi interessa leggete e magari commentate così da poter migliorare, sperò che vi possa piacere la storia.

!Niente quirk!
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1 part

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36 parts Ongoing

Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre. Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura". Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro. Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido. Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata. Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.