Questo è uno dei miei primissimi racconti, risalente a diversi anni fa. Avevo una canzone in testa da giorni, "The night we met", canzone che mi aveva turbata parecchio la prima volta che l'avevo sentita e che ogni volta che finivo di ascoltare mi lasciava una sensazione di incompletezza, come se il cantante avesse dimenticato di dirci qualcosa, come se la fine non fosse fine davvero. È a quel punto che ho cominciato a scrivere. Non ho mai voluto pubblicarlo perché l'ho sempre considerato come uno di quei sogni strani da tenere per sé, da non raccontare a nessuno. Non ha una trama ben delineata, e i due personaggi non hanno neanche un nome proprio. Sono figure dai contorni smussati, ombre sbiadite, ricordi che sembrano essere sul punto di svanire per sempre. Eppure ci sono; ogni tanto bussano con insistenza alla porta della mia memoria, e io so che devo aprire e lasciarli entrare. È questo la scrittura, per me: rispondere a quella voce con un'altra voce, quella della penna. Captare gli echi e tentare di fermarli su carta una volta per tutte. È una sfida che perdo in partenza, la scrittura, per me. La sconfitta più dolce e bella che ci sia. Ovviamente ho cambiato idea, e adesso questo mio sogno ve lo voglio raccontare. Buona lettura.All Rights Reserved
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