Again.

Mi svegliai nel bianco accecante di una stanza d'ospedale, il suono di un macchinario che pulsava come un cuore estraneo al mio. Il dolore si mescolava a un'inquietudine profonda, mentre cercavo di afferrare un ricordo, qualsiasi frammento di me stessa. Eppure, la mia mente era avvolta nel buio, come un libro con le pagine strappate.

«Non puoi sfuggire al passato», mi sussurrava una voce interiore, e mentre scrutavo il soffitto bianco, capii che non era solo un monito. Era una legge che vigeva su tutti noi, un principio ineluttabile. Ci sono storie che non iniziano né finiscono mai, e la mia era lui.

Un nome che non sapevo, un volto che non riuscivo a vedere, ma che sentivo vibrare dentro di me come un'eco lontana. In quel momento, compresi che il mio passato stava bussando alla porta, pronto a rivelarsi. E mentre il mondo intorno a me si muoveva lentamente, mi resi conto che prima di morire avevo vissuto davvero, e la mia vita era stata tessuta con un amore che ora, incredibilmente, sembrava ancora a portata di mano.