Inghilterra, anno 2027.
Amneris è un'agente speciale alle costole di uno dei più pericolosi serial killer del secolo. L'ha quasi preso. Ci è vicina, così vicina...
Luogo ignoto, Anno corrente 2966.
Amneris non sa dov'è, non sa che anno è, non conosce quella strana lingua, né chi sia l'uomo silenzioso che la sta curando.
Sa solo una cosa: dovrebbe essere morta.
Il nuovo mondo non risulta esser poi così male. Nessun serial killer con un interesse morboso nei suoi confronti e soprattutto la possibilità di ricominciare da capo.
Peccato che colui che dovrebbe aiutarla a ricostruirsi una nuova esistenza sembra aver la stessa empatia di un iceberg... Con l'aspetto di un Dio greco.
Larimar è un'altezzoso, sprezzante, rigido e imperturbabile principe dei ghiacci.
Ma lasciate che vi sveli una cosa: infastidirlo era appena diventato lo scopo della nuova esistenza di Amneris.
Il passato, però, non è morto e sepolto come crede.
In un mondo che solo all'apparenza risulta superiore a quello da lei abbandonato, Amneris si troverà a rispolverare le sue abilità da agente speciale per mantenere al sicuro la sua nuova famiglia... E Larimar, sì, anche lui.
⋰✨ESTRATTO✨⋱
Mi trovavo in un altro mondo. Una nuova epoca, con gente diversa e nulla di familiare ad accogliermi.
Era scomparso tutto. La mia carriera, i miei amici, mia madre, mio fratello, la loro bella casetta ad Oxford o la villetta di mia nonna Siobhan nelle Highlands... Non c'erano più. Erano ormai morti e sepolti. Andati. Svaniti. Solo un ricordo. Mio e di nessun altro, dopo più di novecento anni...
∴ Questa è la mia prima storia. Sono aperta a critiche e consigli. Anzi, onestamente, fatene quanti più possibile per aiutare a migliorare❣️ ∵
*IN REVISIONE continua.
⚠️La storia contiene scene di violenza e sesso, per questo è consigliata a un pubblico adulto. Presenza di personaggi LGBTQ++
Certe persone nascono già stanche. Io sono una di quelle.
Mi chiamo Emery, ma quel nome ormai non mi somiglia più. Sono fatta di crepe, di mancanze, di cose che non ho mai avuto.
I miei fratelli sono tutto ciò che ho, e anche questo, a volte, sembra troppo fragile per reggere. Il Bronx ci ha presi per la gola da piccoli, e non ha più mollato. I giorni passano lenti, sporchi. Le notti... peggio.
Qui non si sogna. Si sopravvive. Si scompare un pezzo alla volta. Nessuno ci ha insegnato a vivere, solo a resistere.
Le giornate sono un incastro tra sopravvivenza, droga, e un silenzio dentro che fa più rumore di qualunque sirena fuori. A volte, penso che sia normale desiderare di sparire. Che non sia una malattia, ma lucidità.
Non sto cercando salvezza. Non sto cercando amore. Ma a volte, anche nel fango, qualcosa brilla. O almeno così dicono.
Non so nemmeno come sia successo. Non mi ha salvata, non può farlo. Ma qualcosa in lui ha fatto rumore nel posto dove io non sentivo più niente.
È pericoloso. Come me. Come tutto.
Ma niente è mai facile, qui. Niente è mai solo quello che sembra. E certe luci... brillano solo prima di bruciare.
Questa non è una storia d'amore.
Questa è una storia di crepe. Di cicatrici.
Di luce che forse non basta.