Il vento ululava attraverso le vele tese della drakkar, una delle navi più temute. Le onde del Mare del Nord si infrangevano contro lo scafo di legno con violenza, alzando spruzzi d'acqua che ricadevano sui guerrieri a bordo. I berserker, avvolti nelle loro pellicce di lupo, si muovevano con sicurezza sul ponte nonostante il mare agitato.
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"Proporrò un tributo in oro e terre, in cambio della fine delle vostre violenze contro il mio popolo" iniziò Edwin, la sua voce ferma e decisa. "Ma c'è anche un altro dono che desidero offrire come segno di buona fede e alleanza. La mano di mia figlia, la principessa Margaret, in matrimonio. Con la speranza che questo possa unire le nostre genti in una stirpe comune, più forte che possa vivere in pace"
"Non ho intenzione di donarmi ad un animale come voi. Non esistono parole adeguate per esprimere il disprezzo che provo per voi e per quello che avete fatto al mio popolo. Non sono una merce che può essere venduta per ottenere la pace" le parole come lame affilate, taglienti e dirette. Non aveva intenzione di nascondere il sentimento di ribrezzo verso l'uomo con cui doveva instaurare quell'allenza forzata. "Posso essere obbligata a sposarvi ma non sarò mai vostra moglie" dichiarò con fermezza, i pugni stretti nei pizzi dell'abito di velluto blu scuro. "Preferisco morire ora da donna libera anzichè vivere un'intera vita incatenata a te.
Vidar ascoltava le sue parole con una calma apparente, un ghigno divertito spuntato sulle labbra. Gli occhi al contrario sempre più freddi e duri. La tensione nella sala aumentò, mentre i consiglieri e le guardie osservavano silenziosamente l'interazione tra il re, la principessa e il capo vichingo. Re Edwin guardò tra i due con preoccupazione, cercando una soluzione che potesse soddisfare entrambe le parti senza compromettere la pace fragile che stavano cercando di negoziare. Il berserker si voltò verso il re.
"Accetto la proposta" disse Vidar, la voce tuonante e decisa.