I personaggi di un'opera non hanno ambizioni né preoccupazioni, sono intrappolati nell'inchiostro secco sulla carta stampata, senza una via di fuga, senza neanche poter sperare di scivolare in una sbavatura della penna. Gregorio e Dorothea lo sapevano bene: erano i protagonisti del fato che li aveva obbligati fin dalla nascita a incrociare i loro cammini inesorabilmente, senza dar voce al proprio libero arbitrio, costringendoli in un'esistenza certa, forse rassicurante per alcuni, ma che per loro rappresentava una gabbia d'oro indistruttibile: lui l'erede al trono di un vasto regno in costante espansione, lei la sposa a lui designata. Il principe aveva vissuto i primi anni della sua vita senza conoscere né il volto né il temperamento della sua futura sposa, nutrendo dei sentimenti per una giovane donna di una classe sociale decisamente troppo distante dalla sua, provando così una morbosa e implicita avversione per la ragazza che avrebbe dovuto portare all'altare, vedendola come l'impedimento del suo amore proibito. La giovane Dorothea invece aveva qualche anno più del suo futuro sposo, e aveva conosciuto il mondo forse fin troppo per permettere ad egli di dimostrarle tanta insolenza, anche se la società patriarcale del regno l'avrebbe voluta in silenzio e accondiscendente. Una storia di costrizioni, emancipazione e amori clandestini ambientati in un luogo e un'epoca che non potrebbe essere più distante da quella da noi conosciuta, ma dove i sentimenti sono comunque il motore dell'universo. Aggiornamenti ogni domenica