"Vi siete mai chiesti cosa si provi a morire?
A morire lentamente, in una pozza di sangue che incomincia a fermentare e raffermarsi sotto la brezza marina impietosa?
A morire con gli occhi ancora aperti, ed una lacrima salata che vi scende silenziosa e gelida lungo la guancia, rigandovi lo zigomo, raschiandovi la pelle incrostata di terra e polvere da sparo, per poi colarvi giù dal mento e mescolarsi a terra alla pozza di sangue nella quale state lentamente espirando.
Ve lo siete mai chiesti?
Penso che lei, con i suoi capelli castani sparsi a terra, impiastricciati nel suo stesso sangue raffermo, le braccia scomposte, incapaci di sollevare ancora un'ultima volta l'arma al suo fianco e premere il grilletto, si chiedesse solamente se ne fosse valsa la pena."
"Ne è valsa la pena?" Thalia era tormentata da questa domanda mentre scappava per le strade buie della città, con l'odore di ruggine e salsedine che le bruciava nelle narici, a fianco di una sconosciuta dai capelli viola e gli occhi dispari.
"Ne è valsa la pena?" River se lo chiedeva, rinchiusa oltre le finestrate di un grattacielo del governo, costretta a guardare la guerra civile decimare le strade.
"Ne è valsa la pena?" Timothee, Maya, Neil e Matija se lo chiedevano, incatenati come le spie in un clan mafioso, con nient'altro che un vecchio diario e un carrilon tra le mani.
Ne era valsa la pena di lasciare Khanun, quando i velenosi serpenti di Ven-Ice, avevano anche più coltelli tra le dita?
- L'aria è morbida. Calda e dorata.
Cigni dal collo lucente sorvolano lenti
l'immenso labirinto
in cui mi sto perdendo.
Jamal, vieni con me, sussurra.
La sua veste porpora mi sfiora,
luccica nell'ombra del vialetto
poi scompare tra le siepi spesse.
Lascia un profumo tiepido dietro di sé,
scolora il filo della ragione.
La seguo, anche se non dovrei.
Anche se è proibito.
Anche se, forse, domani
io non sarò che cristallo.-
(Jamal _ 15 ottobre 2094 _ La Dinastia)