Cara me,
Ieri ho incrociato il tuo sguardo. Eri venuta a bere nello stesso locale scelto da noi, all'inizio ignara, mi accorsi dopo della tua presenza guardandoti con la coda dell'occhio. A rallentatore ti ho osservato ed è stato in quel momento che i nostri sguardi si sono incrociati.
Abbiamo sorriso entrambe. Lo so, non mi avresti mai riconosciuta dalla treccia lunga e spettinata ma dagli occhi sì. Quegli stessi occhi da cui hai tolto le lacrime con un fazzoletto dopo che ti ho confessato di averLo finalmente baciato. Eri felice, incredula, continuavi a fissare il mio cambiamento. I capelli lunghi, i kili in meno, i vestiti diversi. I tuoi vestiti. Una persona completamente nuova rispetto a quella che avevi stretto in un abbraccio caldo sei, sette, otto anni prima. A fine serata mi hai toccato la spalla, come tuo solito perché timorosa di disturbare. Ci siamo augurate una buona serata e poi ti sei avvicinata a baciarmi la guancia. È sempre stata una cosa da te. Da te che mi hai sempre investito della massima stima. Da te che mi hai sempre dato della buona, dell'anima pura, dal calmo e razionale. Da te che forse, attraverso la sofferenza e il dolore, in fondo, mi hai resa migliore.
Quella voglia matta di rientrare a casa, insieme, dopo una giornata lavorativa. Niente tv, niente social network, niente di niente che possa sostituire la bellezza di una conversazione fra me e me , la bellezza di un "eccomi!" Sono tornata, a fine giornata da te. Mi abbraccio, scaldo la cena e a luci soffuse consumo il mio pasto caldo. Occhi negli occhi, tu mi dici ... "mi sei mancata oggi" - io, ti guardo, resto immobile e smetto perfino di ingoiare il mio brodo caldo, non ho parole, ma balbetto. Allora mi alzo dalla sedia, vengo a dirti davanti allo specchio : "anche tu. Mi sei mancata"- e mentre mi bacio la fronte, sorrido. CARA ME, a quello che siamo oggi.