«Un nome, chiedo solo questo!» insistette, allargando il proprio sorriso genuino, cercando di essere il più plateale possibile.
«Mi accontenterei anche solo di un soprannome!» cedette, trovando d'improvviso l'ispirazione. «Hai presente, quando la gente che conosci t'incontra per strada, e dice Ehilà Marco, come butta oggi? oppure Muzzi, stai andando dalla parte sbagliata! o anche Testa pela, domani c'è lezione il pomeriggio o no?» continuò nel proprio monologo, incoraggiato dalla risata che la sua interlocutrice non riusciva più a trattenere.
«Devi darmi un qualcosa, un appellativo! Altrimenti.... Altrimenti quando ti incontro di nuovo non saprò come chiamarti e, preso dal panico, griderò...» Esitò, in cerca di un nome che potesse adattarsi a quella misteriosa ragazza, qualcosa che la colpisse e allo stesso tempo le facesse capire che ci teneva davvero.
Non trovò niente del genere, però, non su due piedi, almeno. Così, un po' sconfitto, e forse troppo deviato dai libri letti, cedette alla banalità. «Selene, colei di bianco vestita.»