/James/ Si sveglia con un gran mal di testa. Sono passati appena pochi minuti da quando ha chiuso gli occhi, ma gli sembra che siano passate ore. È infreddolito. Ha la nausea. I vestiti leggeri si sono appiccicati alla pelle completamente umidi e i suoi denti battono tra loro per lo shock e il freddo. [...] Da quando il virus si era propagato oltre quattro settimane prima era stato per così dire graziato. Si era contagiato ed era rimasto incosciente per giorni nel suo appartamento nel delirio della febbre che gli imponeva di stare fermo e di vagare tra l'incoerenza dell'inconscienza e la rumorosità della coscienza dovuta ai rumori assordanti esterni. I pensieri che lo tormentavano senza fine, il rumore degli spari, la puzza della morte, il clamore assordante della gente che protestava e lo sferragliare del metallo che si accartocciava quando le macchine impattavano tra loro. Ricorda tutto come se fosse un incubo. Un incubo, talmente orribile, da pregare che fosse solo tale e non realtà. /Erle/ L'omega è delirante in preda alla febbre, il volto bianco quasi trasparente e il corpo racchiuso in abiti così larghi che poco nascondono la sua magrezza in ogni caso. Si abbassa per osservarlo meglio e un odore ricco ma debole gli risveglia i sensi avvolgendolo. Si tratta di cioccolato fuso fondente con una sfumatura calda primaverile, come in un campo di fiori soleggiato che sbocciano per la prima volta al suono degli uccellini che cantano. /Kai/ Rimane completamente basito nel vedere un omega disteso sul pavimento che sembra abbia appena partorito. Ha le gambe nude con solo una maglietta larga e sporca di sangue e un cucciolo avvolto sommariamente sul petto in una fodera di un cuscino anch'essa sporca. C'è tanto sangue dovunque. James si avvicina e lo scuote. Respira faticosamente ma è vivo. Anche il piccolo lo è e al sentire un odore sconosciuto inizia a piangere.