Queste parole sarebbe meglio non esistessero affatto, non solo per esser più sgombri (e meno astici, ma anche meno ostici), rimarrebbe l'ululato incomprensibile, il suono celestiale senza poter essere descritto con dettagli e fronzoli inconclusivi. La poesia non è un fabbricare parole come vorrebbe un suo etimo, ma disfarne, farle mutare di significato in favore del vortice del suono; se si potesse cambiare significato alle parole saremmo tutti molti più contenti con questi atomi-parole ingombranti, ma inconsistenti, niente affatto indivisibili (anche gli atomi e i quanti sono stati divisi e sono argomenti divisivi). La confusione, a mio umilissimo parere, è il vero bandolo del labirinto, il caos. Non serve il dizionario, allibratore di significati spurgati e professionali. Fronteggiare è il mio progetto di fuga migliore. I giocattoli sono i costruttori di reali soluzioni nuove. Voi volete mettermi alle strette e chiedermi, come se io avessi una identità, se sono almeno l'intestatario di questo scritto. L'intestatario è un assente programmatico. Non lo troverete mai, o lo troverete una volta sola sbriciandolo, sotto la doccia, mentre si fa una doccia di parole. In principio era il caos.Ogni idea rimane un pertugio senza importanza a partire dalla nostra nascita, espulsione impermanente. Mi date del pazzo? In tal caso sarò comunque un guaritore degli inconfessati. Ho ritrovato il mio Dizionario personale
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