Mi sono detta di dover cominciare a scrivere ormai svariate volte. Magari sarei riuscita a sfogarmi in maniera alternativa (evitando così le tragiche perdite di controllo e attacchi di panico che annegano in un nauseabondo e putrido senso di disgusto ogni parte di mondo alla portata del mio margine visivo). Adesso che sono riuscita ad aprire la pagina di Windows però sono improvvisamente svaniti tutti i buoni propositi che scrivere mi avrebbe fatto raggiungere. Era qualche giorno fa quando, per l’ennesima volta, il pensiero del dover cominciare a scrivere mi ha invaso la mente mentre le lacrime mi lavavano il trucco dagli occhi incavati e ormai consumati dalle troppe sofferenze represse nel pianto. In quel momento vedevo già la pagina completa del mio testo: un insieme tragicamente filosofico di emozioni messe per iscritto esibite in modo assolutamente disarmonico e affamato di compiacimento. Mi rendo conto solo adesso che chi avesse avuto l’onore di leggere avrebbe captato solo l’assurdità dell’universo che mi sta consumando e avrebbe valutato il tutto con sufficienza, comparando le mie parole al testo di una commedia. Straziante magari, ma pur sempre una commedia. Questo perché la reale tragicità della situazione sarebbe stata sormontata e quindi nascosta dalla mia incontinenza. Come tutti, posso affermare con franchezza che chi dichiara di conoscermi come le sue tasche (genitori, nonni e qualche singolare amicizia) è non è consapevole del 90% di ciò che succede fra mie membra durante ogni istante di questa mia “sopravvivenza” (la parola “vita” ha voce ancora sconosciuta nel mio vocabolario). E non è neppure in grado di capire ciò che provo nemmeno dopo che è stato specificatamente spiegato o manifestato. Comunque, ho deciso di rischiare, e di permettervi di scoprire il mondo visto da occhi come i miei: quelli di una ragazza alla ricerca dell’ Armonia.