Iris Carter. Un nome come tanti.
Eppure, per me, è il ricordo di una storia che ormai non mi appartiene più.
Ci sono momenti in cui la vita smette di appartenerti, e semplicemente sopravvivi. Lo capisci, ma non lo accetti. Fino a quando il silenzio diventa così assordante che non puoi fare a meno di ascoltarlo.
Ero sicura che quel silenzio mi stesse gridando di andarmene.
Ma dove? Cosa cercavo? Una fuga? Un cambiamento? Risposte a domande che nemmeno avevo il coraggio di pormi? Non lo sapevo. Quello che sapevo con certezza però era che non potevo restare.
Portland.
Un nome su una mappa, un posto che non mi diceva nulla, tranne che era lontano da tutto ciò che conoscevo.
Non avrei mai immaginato che un paio di occhi verdi avrebbero piano piano stravolto la mia vita. Né che tra quelle strade bagnate e quell'aria salmastra, il mio passato e il mio futuro si sarebbero schiantati, senza pietà, lasciandomi senza fiato.
Eppure, a volte, è proprio quando pensi di scappare che il destino ti trova.
E stavolta mi avrebbe costretto a giocare secondo le sue regole.
Ma non sapevo ancora a quale prezzo.
-
Estratto:
«Hai mai avuto la sensazione che qualcosa fosse destinato a finire male, anche se tutto sembrava perfetto?»
La sua voce era appena un sussurro, ma nel silenzio della stanza sembrò rimbombare come un'accusa.
Mi voltai lentamente verso di lui, cercando di mantenere la calma. «Non pensarci. È solo una coincidenza.»
Scosse la testa, fissandomi con quegli occhi che sembravano voler scavare nella mia anima. «Non credo nelle coincidenze. Ci sono troppe cose che non tornano, troppi segreti che nessuno vuole spiegare.»