Giacomo Leopardi, titano della letteratura, visse una vita intrisa di sofferenza e solitudine. Consapevole della sua grandezza, sentiva però il peso schiacciante del proprio isolamento. Le sue opere, permeate da una struggente riflessione sull'inevitabile distanza tra sé e il mondo, divennero simbolo di un'epoca e di un'esistenza vissuta in balia del nulla. Leopardi sapeva che la sua grandezza non sarebbe mai stata compresa, ma era proprio questa consapevolezza a renderlo, suo malgrado, eterno. Non cercava conforto, ma resistenza.
Nella quiete oscura del suo ufficio, Severus Piton si ritrovava ad affrontare una simile condizione. Anche lui, come Leopardi, viveva un senso di grandezza intriso di solitudine e sacrificio. Non cercava gloria o riconoscimento, ma sapeva di essere un uomo destinato a portare il peso della sua esistenza. Ogni notte, in un silenzio che sembrava respingerlo, Piton rifletteva sulle sue scelte e sulla inevitabilità del suo cammino. Non cercava risposte, solo la resistenza al vuoto.
Le parole di Silente, che risuonavano nel quadro sopra la scrivania, gli ricordavano questa verità. «Leopardi sapeva di essere grande,» gli aveva detto Silente, «anche se il suo destino era il nulla. E tu, Severus, sei come lui. Non puoi fuggire da ciò che sei. La tua grandezza è la tua solitudine.»
Piton rimase in silenzio, consapevole che l'unico canto che avrebbe mai conosciuto sarebbe stato quello del dolore e della resistenza.
Lui è un uomo freddo, letale, con un passato che lo ha trasformato nell'uomo che lei sarà destinata ad odiare.
Lei l'unica ragazza a sapergli tenere testa. Testarda e determinata, cercherà in tutti i modi di fermare i giochi insieme ai suoi amici, anche se questo la metterà contro l'unico uomo di cui lei si fida almeno un pò.