--Racconto autoconclusivo-- Beryl Shafiq aspettava, con addosso una vestaglia profondamente scollata, coccolata dal calore dell'appartamento alle sue spalle, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle. La pelle di un candore abbacinante la rendeva simile ad una bizzarra, formosa apparizione. Beryl aveva ereditato l'appartamento da suo padre, scomparso lui sua figlia era la sola superstite di una delle famiglie più prolifiche delle Sacre Ventotto. La via principale, i vicoli secondari ed i numerosi traffici ad essa connessi erano spuntati come funghi velenosi intorno al fusto del nobile albero - così amava dire il padre di Beryl - strangolando la loro nobile casa, come ospiti indesiderati. Il padre di Beryl se n'era andato prima di poter continuare a deprecare la crescita di quei sordidi parassiti. Beryl era rimasta, ad osservare la via sottostante con i malinconici, profondi occhi color berillio.All Rights Reserved
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