Anna è ormai una donna presa dalla sua vita frenetica. Vive come un automa, inserita in un mondo che la vuole svelta, veloce e impegnata. Tanto da dimenticare dove stia andando, quale sia la direzione e da cosa davvero dovrebbe farsi guidare. Emotivamente appiattita e inserita nel mondo di quelli che si definiscono adulti: integra, concreta, efficiente.
Ma qualcosa sta per cambiare. La sua adolescenza sta, inaspettatamente, per prenderla a schiaffi, riportandola a un mondo che aveva messo da parte e che aveva dimenticato. Le ricorderà chi è stata, cosa è stata in grado di provare e per cosa avrebbe spostato anche le montagne.
La narrazione si evolve in un susseguirsi di variazioni temporali, da oggi a ieri, raccontando di un amore folle fatto di canzoni, di prime volte, di sguardi, di mani che si sfiorano, di lacrime e di batticuore, fino all'ultimo battito.
Sarà proprio tornare lì che le permetterà di riorientare la sua vita verso un valore che aveva ormai perduto e di decidere di voler vivere una vita in un cui le emozioni potessero avere un ruolo cruciale, guidandola verso un esistenza piena di significato.
Jack non è solo il ragazzino ormai diventato uomo della storia, ma rappresenta un emblema di ciò che una persona possa essere in grado di provare e di quanto questo possa fargli da guida anche in un mondo in cui si scambia l'età adulta per qualcosa di troppo serio per credere che, dentro, si possa ancora essere degli adolescenti innamorati, non necessariamente di qualcuno, ma anche solo di se stessi, della vita, dell'universo intero.