Ha ventinove anni, ma dentro è fatta di tempo incrinato, frammenti di stagioni mai finite. Cammina con schegge invisibili addosso, e nessuno sa quanto sia difficile restare intera quando il mondo ti attraversa come se fossi aria. Nessuno immagina il frastuono di una mente muta, un rumore denso che gratta l'osso. Le cicatrici non sono solo sulla pelle: abitano nei silenzi, nei sogni lasciati a marcire, nei bicchieri mezzi pieni sul comodino, resti di chi non trova più la forza di finire.
Figlia unica, allevata nell'ombra delle ferite, ha imparato a sorridere per difesa e a crollare in solitudine. In superficie sembra solare, accogliente. Ma dentro, un nodo di ferro le stringe la gola, e ogni respiro è tregua provvisoria.
Ha creduto in una tregua concessa dal destino: un ragazzo dagli occhi che conoscono la strada di casa, mani che promettono rifugio; amici che ti trattengono un momento prima che tu scivoli via. Una felicità smunta, filtrata attraverso grate, carezze che sfiorano ma non guariscono. Il buio arretra a tratti, mai del tutto. Basta una crepa, un respiro di troppo, e l'equilibrio si dissolve, ogni ragione per restare svanisce.
E così decide. Di notte. Silenziosa, senza urla, senza drammi. Solo un biglietto in tasca, come una scusa maldestra, e il bisogno di non disturbare. Quando chiude gli occhi, il mondo continua a respirare come se lei non fosse mai esistita.
Ma qualcosa l'attende. Qualcosa - o qualcuno - che non perdona.
La Morte ha visto tutto.
E non tollera chi la sceglie come scorciatoia. Ha indossato occhi umani e una voce tagliente per dirglielo in faccia. Ora è lì. Lo sguardo troppo lucido, troppo vuoto, non promette pace. Lei non è un rifugio, è un giudizio.
E la Morte è incazzata nera.
«Ci sono verità che non si possono seppellire. Nemmeno sotto terra. Nemmeno col sangue.»
Alexa ha lasciato la sua città d'infanzia con le ossa rotte e il cuore pieno di silenzi. Un anno prima, suo fratello Brian è morto in un incidente. Un incidente che puzzava di bugie. Di cose non dette. Di qualcuno che sapeva troppo e ha parlato troppo poco.
Nel tentativo di ricominciare, Alexa si trasferisce. Nuove mura, nuovi volti. Ma la verità ha l'abitudine di seguirti ovunque, soprattutto quando non vuoi guardarla in faccia. E tra i corridoi scoloriti della sua nuova vita, incontra i Breakbones: quattro ragazzi usciti da un riformatorio con negli occhi tempeste e cicatrici che non si curano col tempo. Ma è Jackson, silenzioso e sfuggente, a farle tremare davvero il petto. Nessuno sa perché fosse lì dentro. Lui meno di tutti.
Poi arrivano i messaggi anonimi. Gli incubi che somigliano troppo alla realtà. I sospetti che tornano a battere sotto pelle. Il sangue che chiama altro sangue.
E Alexa capisce che il passato non è finito. Non ancora.
Una storia che parla di dolore, fratellanza, vendetta e amore nascosto sotto mille strati di rabbia.
Una storia in cui la famiglia non è chi ti cresce...ma chi resta, anche quando tutto brucia.
«E se la verità uccide, allora io voglio morire sapendo.»
Leggi, se hai il coraggio.
Questa non è una storia qualsiasi.
È una ferita aperta che pulsa ancora.
WARNING: questa storia tratta di tematiche particolarmente sensibile come autolesionismo, dca, tentato suicidio, descrizione di scene esplicite, violenza e linguaggio volgare. Se siete deboli di stomaco, cambiate storia. Altrimenti allacciate le cinture e andiamo insieme nel mondo dei miei personaggi!