Ci troviamo in Inghilterra verso metà dell'800, più precisamente a Londra: qui una giovane e chiusa ragazza giace tra solitudine, tristezza e oppressione, piccola e fragile, Adelaide Montague (Hadel), si trova ad essere di nuovo da sola, le convenzioni sociali la opprimono e non c'è via di fuga, solo l'arte e la scrittura sono il punto in cui la poca luce che le è rimasta continua a crescere, lentamente. La sua vita non era stata facile, con genitori che preferivano opprimerla piuttosto che vederla sorridere, con milioni di occhi addosso e tanto ma tanto giudizio. Lei era solo una ragazza di appena ventun'anni eppure sembrava più piccola, non di aspetto, era nella media come ragazza e si era bellissima, occhi azzurro cielo, lunghi capelli mossi legati in uno chignon basso e dolci abiti blu. Il suo corpo era pieno di cicatrici, sia fisiche che emotive, vestiti lunghi e con le maniche, nessuno sapeva, vedeva o sentiva. Questo era il prezzo di essere una contessina in una famiglia dove la tossicità regna prosperosa. Poi c'era un giovane, Silas Hawthorne, un nobile nato dall'unione di un marchese e una popolana, lui era un artista, libero, poteva fare ciò che voleva, ma con discrezione. Era un ragazzo semplice, venticinque anni, occhi verdi, capelli scuri e ricci e abiti informali. I passati di entrambi i giovani si accomunano da una sola cosa, il senso di essere liberi, in qualsiasi modo, in fondo l'uomo era libero, ma alla società ciò non andava bene, ritenevano le donne esseri inferiori, e gli uomini esseri che dovevano lavorare e andare in guerra. Però l'amore era più forte di tutto, quindi anche ciò che li circonda non può fare molto se non allontanarli, gli uni dagli altri. Ma come dice il detto: L'amore vince su tutto non importa cosa succede, un sorriso che fa' bene al cuore ti aiuterà.
Alyssa aveva perso tutto. I suoi genitori, brutalmente uccisi in circostanze misteriose che nessuno era mai riuscito a chiarire. Da quel momento, il suo mondo si era frantumato in mille pezzi, e la sua anima si era inabissata in un mare di odio e solitudine. Non riusciva a fermarsi: la rabbia, la frustrazione, la perdita... l'unico modo che aveva trovato per affrontare tutto questo dolore era uccidere. Non c'erano più regole per lei, solo il desiderio di distruggere tutto ciò che la ricordava la sua vita precedente. Ogni vita che spezzava era una sorta di vendetta personale, un modo per liberarsi dalla morsa che le stringeva il cuore.
Poi, però, incontrò Aaron. Un ragazzo che sembrava portare la stessa oscurità dentro di sé, che come lei era intrappolato in un mondo che non capiva più. Tra di loro, nacque una connessione immediata. Non dovevano parlarsi, non dovevano affezionarsi, ma lo fecero. Aaron non la giudicava, non le faceva domande. Erano solo due cuori distrutti che si trovavano nel buio, cercando di sopravvivere. Si capivano senza parole, si sfogavano insieme, e per un po' Alyssa trovò una sorta di pace.
Ma un giorno, senza alcun preavviso, Aaron sparì. Non una parola, non una spiegazione. Alyssa lo cercò, ma più cercava, più capiva che non sarebbe mai tornato. Il vuoto che aveva lasciato in lei era più grande di quello che immaginava. Tornò alla sua solitudine, alla sua vendetta, ma qualcosa dentro di lei si era spezzato definitivamente. Il suo cuore si era chiuso ancora di più.
Anni dopo, si ritrovarono. Quando vide Aaron, Alyssa non provò nulla. Era solo una presenza familiare, un ricordo che non riusciva più a toccare.