
Charlotte ha diciassette anni e nessuna intenzione di farsi salvare. Il suo passato non è una ferita: è una voragine. Ha vissuto abbastanza da sapere che l'amore è un'arma e la fiducia, una condanna. Ora è solo un'estranea con un cognome nuovo, una casa che non riconosce e due adulti che la guardano come si guarda qualcosa che si vuole aggiustare, ma non si sa come toccare. San Francisco le scivola addosso come pioggia fredda. Nella sua nuova scuola nessuno sa chi sia, ma bastano pochi sguardi perché la decidano: è "quella strana", "quella adottata", "quella che non parla". Ma il silenzio, Charlotte lo ha scelto. È il suo modo di sopravvivere. Di non dare nulla. Di non perdere altro. Poi c'è lui. Aaron Steel Occhi di ghiaccio e anima in frantumi, Aaron è il tipo di ragazzo che tutti desiderano ma nessuno conosce davvero. Ha un talento naturale nel ferire e un istinto preciso per trovare le crepe negli altri. Charlotte lo irrita. Perché non si lascia intimidire. Perché ha negli occhi lo stesso buio che ha dentro lui. L'inizio è sottile. Uno sguardo di troppo. Una parola tagliente. Un silenzio troppo lungo. Poi tutto si trasforma in qualcosa di feroce: un gioco di potere, di rabbia e desiderio, fatto di sfide che nessuno dei due può vincere senza cedere. Si odiano. Si attraggono. Si riconoscono. Charlotte è una ferita che non guarisce. Aaron è un veleno che sa come insinuarsi. Insieme sono rovina pura. In un mondo dove mostrarsi deboli è un rischio mortale, loro si scelgono come nemici. E finiscono per diventare l'unico rifugio l'uno dell'altra. Ma non c'è salvezza in questa storia. Solo fuoco. Solo spine. Solo due anime tagliate male che si tengono strette mentre tutto intorno brucia. E tu, lettore, sei pronto a entrare? Perché certe storie non si leggono. Si sopportano. E certe anime non si salvano. Si consumano.All Rights Reserved
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