«Permettimi di presentarmi: io sono Christopher. Come ti senti?» fa il ragazzo, sedendosi alla scrivania mentre apre il bottone della sua giacca e accavalla le gambe. I suoi penetranti occhi marroni sembrano scrutare ogni mossa di Minho, che fatica ancora a formulare un pensiero a cui dar voce.
«Bene... ho una domanda. Dove mi trovo?» dice al ragazzo, dopo una pausa fin troppo lunga, e Christopher continua a sorridergli educato.
«Vedi, Minho... tu sei morto. E ora ti trovi nella fase successiva della tua esistenza nell'universo.»
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Lee Minho è morto a quasi 30 anni. In vita era un avvocato per i diritti umani, un filantropo che andava in zone di guerra ad aiutare i rifugiati, un portavoce per gli innocenti e maltrattati. Una brava persona che si è guadagnata un posto nella Parte Buona, dove passerà l'eternità.
Il problema è che non era niente di tutto ciò.
E ora è bloccato nel quasi-paradiso con un'anima gemella ansiosa, un vicino ricco e perfetto, un monaco silente e un elfo robot magico onnisciente. E sta provando a guadagnarsi un posto qui, studiando filosofia e etica per guadagnare i punti necessari prima che qualcuno faccia la spia e lo spediscano nella Parte Cattiva.
Facile, no?