Ossidiana

Vivièn Keller ha il passo di chi non vuole essere raggiunto, e lo sguardo di qualcuno che teme possa riuscirci.

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Una donna porta dentro di sé un logorio, ma impercettibile agli occhi di chi non sa captare il dolore di uno sguardo stremato e perennemente afflitto.
Afflitto, colpito e pugnalato da un passato dal quale non riuscirà mai veramente ad uscire.
Fissava il vuoto, il piede che batteva freneticamente conto il pavimento in maniera inquieta, e le immensità di immagini scalfite e incise che come un rullo di fotografie si srotolavano nella sua mente, senza freno, senza pietà, allo stesso modo di come quell'uomo impose su di lei la condanna di una vita tremendamente cupa e un senso di colpa che per troppo tempo la convinse che fosse stata lei ad avere avuto negligenza.

Vivièn Keller visse 15 anni di tormento su 28 di vita, vita tormentata già dalla fanciullezza. No, non ebbe una vita serena, ma ottenne una rivalsa meditata che portava con sé il nome, le parole non dette e la giustizia di tutte le vittime che in silenzio subirono uno sfregio, e di tutte le altre che non riuscirono a sopportare, ponendo fine al dolore.

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Estratto dal libro:
"La vita ti pone dinanzi prove, questo è inevitabile. La scelta è tua, a questo punto: puoi decidere di non superare questi ostacoli, cadendo nell'oblìo, restando nel buio, o di saltare più in alto di ciò che puoi fare, prendendo il volo e liberarti del tuo trauma. A quel punto, saprai di aver superato il tuo dolore: sarai più leggera. Il ricordo lo porterai sempre con te, ma riuscirai a metabolizzarlo e adeguarti al fatto che non ti mollerà mai. La vita ti impone punti cruciali, ma ti trascina. Fa di tutto affinché tu sopravviva."