Il Quidditch era molto più di un semplice gioco: per molti, era il simbolo di un sogno, di un desiderio che bruciava fin da bambini. E chi non aveva mai desiderato far parte della leggendaria scuola di Hogwarts?
Rae Potter, gemella di Harry, lo desiderava più di ogni altra cosa. Ma mentre suo fratello sembrava entrare nella squadra di Quidditch senza alcuno sforzo, lei, al quinto anno, era ancora relegata ai margini. La delusione era stata enorme, ma Aurora non si lasciava abbattere facilmente.
Perché, come si dice:
"L'ossessione batte il talento. Sempre."
Determinata a dimostrare il suo valore, Rae si preparava a tutto pur di entrare nella squadra, accanto al fratello. E non era solo il Quidditch a ossessionarla... c'erano anche i ragazzi di Serpeverde, i cosiddetti "SLYTHERIN BOYS". Troppo belli per non essere notati, troppo arroganti per poterli definire amici.
E se, nel mezzo della sua ossessione per la vittoria, Rae si trovasse a perdere la testa per uno di loro?
Con la stessa cicatrice di Harry, ma speculare sul volto, Rae Potter era pronta a sfidare il destino: tra magie, partite mozzafiato e cuori complicati, la sua storia stava per cominciare.
Crystal Forbes arriva a Hogwarts per ripetere, per la seconda volta, il terzo anno. Non per mancanza di talento , quello le scivola addosso naturale, ma per tutto il resto. La bocciatura, il trasferimento, i sussurri su ciò che ha fatto. O non ha fatto.
Figlia di due Mangiamorte, con un padre che è tutto ciò che odia e una madre che ha scelto l'oscurità, Crystal non è interessata a integrarsi. Le bastano il suo sarcasmo tagliente, le cicatrici invisibili e la rabbia repressa che la tengono in piedi.
Oltre ai mille demoni che da sempre la tormentano, se ne aggiunge uno nuovo.
Carismatico come il diavolo e velenoso come la verità. I professori lo temono, gli studenti lo evitano o addirittura lo ammirano.
Vi presento Mattheo Marvolo Riddle.
Quando i due si scontrano, nessuno dei due cede. Due bordi taglienti che si graffiano, si sfidano e, lentamente, iniziano a riconoscersi.
Perché il buio che si portano dentro parla la stessa lingua.
E in un castello dove le maschere sono ovunque, l'unica cosa più pericolosa di odiarsi... è capirsi, ricordandosi da dove non hanno mai smesso di sanguinare.