Nel nome di nessuno

Quando la guerra travolge il paese, Giuseppe Balsa viene mandato al fronte come cappellano militare. Nelle trincee dell'altopiano di Asiago scopre un inferno di fango, sangue e anime spezzate, dove l'odore dell'incenso si mescola a quello della morte. È lì, tra i ragazzi che confessano di non voler morire e uomini che implorano un nome per le proprie colpe, che la sua fede comincia a vacillare davvero.
Angelo Appiano arriva al fronte poco tempo dopo. Non è un eroe, non vuole esserlo. È un ragazzo qualunque, che ha lasciato una casa modesta e una famiglia che non sa proteggere. La guerra lo ferisce subito, lo segna prima ancora che il primo colpo gli esploda accanto. E ciò che perde, nel momento in cui uccide per la prima volta, non è solo l'innocenza.

Tra i due nasce un legame che non ha nome, un ponte invisibile che li unisce proprio mentre la guerra tenta di cancellare ogni cosa che sia umana. Entrambi si muovono in un mondo in cui ogni giorno può essere l'ultimo, e in cui credere in qualcosa - o in qualcuno - diventa un atto di resistenza.
Perché in trincea non conta ciò che si è stati, né ciò che si promette a Dio. Conta solo ciò che rimane quando il nome cade, quando l'identità si sbriciola nel fango.