''So che e da codardi lasciare una bambina di appena una settimana in questo modo,evidentemente non le qualita per essere un padre.Un ultima cosa,una
richiesta,chiamatela Jade,Jade Horan.Non mi cercate,intanto io non ci saro.Saro lontano da tutti,da tutto.''lasciai il pupazzo fra le sue piccole manine e scappai via.La parola codardo fu l unica che accompagno i miei passi veloci fino all auto.Entrai,misi in moto e parti,ovunque mi avrebbe portato quella strada.Non avevo una meta ben precisa in mente,avevo solo l imaggine di Jade davanti alla porta dell orfanotrofio.''Avra una famiglia migliore,un padre migliore''pensai,versando una lacrima di pura tristezza.Era meglio per lei,ma doloroso per me:era pur sempre mia figlia,la figlia che rimarra sempre nel mio cuore.Io non dimentico,non dimentichero mai il suo viso paffutello,le sue guance morbide...il suo sorriso.
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.