-Mamma che cosa sono? Repressi un sussulto quando le piccole dita paffute di mio figlio mi sfiorarono l'interno dell'avambraccio dove piccole cicatrici argentate si arrampicavano e intrecciavano sulla tenera carne. -Non sono niente tesoro, non ti preoccupare. Gli risposi sorridendo, cercando di nascondere il cipiglio causato da quella domanda inaspettata. -La mamma torna subito, tu continua pure a giocare. Mi alzai lisciandomi la gonna e mi diressi verso il bagno sentendomiperforare la schiena dai curiosi occhi blu di mio figlio. Appena la porta si chiuse alle mie spalle con un sonoro 'click' mi accasciai su di essa sospirando. Sentivo le membra pesanti e intorpidite come se fossi immersa in un lago ghiacciato e i vestiti, imbevuti d'acqua, mi trascinavano giù, sempre più giù. Con un colpo di reni mi staccai dalla superficie liscia della porta e mi diressi a passo svelto verso il lavandino, mi appogiai al marmo freddo che a contatto dei miei palmi sudati sembrò raffreddarsi