Lenhal

Faticava ad alzarsi, ma stremata riuscì a mettersi a sedere. L'ambiente era buio e malsano, lo capiva dall'odore di chiuso, la temperatura era probabilmente al di sotto dei venti gradi, aveva la pelle d'oca e i piedi infreddoliti la rendevano nervosa. La mente vagava alla ricerca di una soluzione plausibile per spiegare ciò che le stava accadendo, passarono alcuni minuti in cui i suoi occhi sorvegliavano l'oscurità della stanza, semmai lo fosse stata, chissà poteva trovarsi in un automezzo, non poteva e non riusciva a capirlo. Fu un momento, ma un impercettibile rumore la fece trasalire e tornò alla realtà: il terrore la inondo' come un uragano, il viso le si deformò in una smorfia agghiacciante e le sue mani si alzarono d'istinto verso l'alto, senza un motivo mentre dalla gola nasceva un grido irrazionale che durò poco, ma abbastanza per spezzare il silenzio artificioso che sovrastava quel luogo. La pelle le pizzicava, sentiva i suoi nervi impazienti, il respiro affannoso e le gambe p