Lei ha un cervello, è furba, non si lascia trovare facilmente, ti manipola illudendoti di essere davanti ai tuoi occhi, e tu ci credi e ti guardi attorno disperato. E lei ride, perché sì, ha anche un sorriso. Ha delle braccia, ti strozzano, ti soffocano, ti fanno a pezzi, ti afferrano e poi ti buttano via. Ha delle gambe, senti i suoi passi pesanti che rimbombano nei corridoi. Ha una voce, ti chiama nell'oscurità, il tuo nome fa eco tra le stanze vuote, senti il suo respiro vicino all'orecchio, come se fosse dietro di te, pronta a strangolarti. La sua voce non è definibile, sembra quasi un sibilo, un sussurro soffocato. I suoi occhi sono ovunque e ti fissano, costantemente, ti guarda, ti scruta, ti osserva: hai mai la sensazione di essere osservato?
Napoli, 1934.
Il commissario Ricciardi è alle prese con un delitto come tanti, almeno per lui che è abituato a vedere i fantasmi delle vittime con i propri occhi. Una rapina finita male, con dei dettagli che, però, non tornano.
Non tornano né a lui né al dottor Bruno Modo, collega medico legale e amico in pubblico, ma segretamente unito a lui da sentimenti più profondi, in un'epoca in cui a dare troppo nell'occhio si rischia la vita.
Ricciardi, però, quasi si dimentica del tutto del caso e dei pericoli che corre quando alla sua porta, nel cuore della notte, bussa un evento inaspettato, inspiegabile. Uno di quelli di cui non può parlare a nessuno, nemmeno a Bruno, pena l'essere preso per folle, e che lo fa sentire sempre più lontano dalla vita e sempre più vicino alle schiere di fantasmi che la attorniano.
Cosa si nasconde nel sottosuolo di Napoli?
[Può essere letta come originale]
[Immagine di copertina a opera di @miryel]