Bristol. La città degli eccessi, della droga, dei ragazzi difficili, dei pompini occasionali nei bagni dei pub che brulicavano di gente in cerca di una serata di piacere intenso.
Ma non era solo quello. Bristol era la città di Momo, anche se lei si ostinava a ribadire che la odiava, che l'Inghilterra non era il suo paese, "mia madre doveva rimanere in Giappone, che cazzo è venuta qua a fare? Solo a cercare un coglione come mio padre". Odiava Bristol, eppure non riusciva mai ad andarsene. Si divertiva, si ubriacava, fumava l'erba che gli offrivano i compari di suo fratello, ma non trovava mai il coraggio di fare le valigie e scappare via. Una volta ci ha anche provato, ha infilato due vestiti in un borsone e se ne era andata all'aeroporto. Era rimasta tre ore seduta su una sedia pensando a cosa fare. Poi se n'era ritornata a casa con un ragazzo conosciuto sulla metro. Un bell'inglese alto, biondo. Luke, uno della compagnia di suo fratello, una delle ragioni che ancora la tengono ancorata a quella città che tanto odia.