Pioggia. Rumorosa e insistente cade sul terreno umido creando piccoli rivoli silenziosi. Vento. Pieno di rabbia si scaglia contro case e alberi gridando col suo suono grottesco. Fuoco. Avidamente si nutre del legno ormai ridotto in cenere, lottando contro la pioggia per sopravvivere. Tre dei quattro elementi sfoggiano la loro potenza davanti a me. Solo il quarto sembra tranquillo, immobile mi avvolge i piedi nel fango ghiacciato quasi a consolarmi. Tremo, ma non ho freddo. Non provo più nulla, non penso più a nulla. Stringo compulsivamente il braccio di un orsacchiotto di peluches. Sul corto vestitino bianco il sangue scorre lento, diramandosi per il tessuto. Quando le ginocchia sbucciate entrano in contatto con il suolo smetto di vedere, e tutto diventa buio.