Ci sono quasi. Un'altra valigia ha appena bloccato l'ingresso alla porta metallica di tutte le valigie sul nastro trasportatore. Poggio entrambi i piedi sulla cornice del nastro e afferro il manico della valigia con entrambe le mani. Spingo con i piedi e tiro con le braccia fino a che la valigia viene via facendomi rimbalzare indietro sul qualcosa di morbido e caldo. -Oh, mio Dio!- Mi tiro su, recupero il manico del trolley e mi guardo intorno. -Ehi!- Schernisce qualcuno alle mie spalle. -Dovresti almeno chiedermi scusa, pazza!- La voce arrogante monta dentro me una rabbia pressante. Mi volto di scatto e non mi controllo più. -Senti, brutto idiota che non..- Inizio, ma la voce mi muore in gola quando i miei occhi rimbalzano in due pozze di ghiaccio: sono occhi. Sono strani e avvolti da una non so quale luce interiore. Sono belli e profondi ma al contempo vuoti e spenti. Sono indefinibili: quando li guardi non riesci a decidere di quale colore siano. Forse giallo? Forse verde? Forse azzurro? Sono ghiaccio. Una lastra di ghiaccio su cui batte ferocemente un raggio di sole cambiandone le sfumature. Chi è costui?, penso ma non do voce ai miei pensieri. Non do voce più a niente. Resto inerme davanti a quei due splendidi occhi.
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