No, non era come tutte, lei sapeva distinguersi dalle altre adolescenti piene di vivacità, serenità, allegria e superbia. Lei era come un gatto solitario, nero e con gli occhi gialli. Lei era piena di dolore dentro che non riusciva a buttar via, ma soprattutto non riusciva a separarsi dalla sua indipendenza, una piccola e fragile lama di ferro, che gli trafiggeva qualsiasi parte del suo corpo. Respinta da tutto e tutti se ne andò lasciandosi alle sue spalle tutto il suo passato, per guardare avanti e non voltarsi mai. La cosa che mi piaceva di lei e che non aveva paura di quello che poteva succedergli, questo perché la sua arma migliore contro le male lingue era "l'indifferenza" un mondo dove esisti solo tu, dove nessuno può toccarti o ferirti. Il gatto però non poteva resistere a tutto, c'era solo una cosa che la mandava in bestia: l'ignoranza di massa! La malattia più diffusa nella vasta palla quasi sferica col nome di terra.