Conoscevo le parole che mi avrebbe detto ancor prima di sentirle uscire dalla sua bocca. Era finita. Tutto quello che dovevo fare ora era farmene una ragione e raccogliere i pezzi di me che si erano sparsi per terra mentre pronunciava quelle parole. "Non posso farlo". "Non puoi fare che cosa?", chiesi io faticando a guardarlo negli occhi. "Non posso permettermi di innamorarmi di te". Quelle parole mi trafissero come una spada affilata. Non era esattamente quello che credevo di sentirmi dire. Sì, sapevo che sarebbe finita, ma in qualche modo, dicendo quelle parole, Raymond aveva detto di amarmi. O per lo meno che stava per innamorarsi di me. E come poteva lasciarmi se mi amava? Il silenzio regnava tra noi e si rifletteva nei nostri occhi. Sembrava che il tempo si fosse fermato, interrotto dalle parole che Raymond aveva appena pronunciato. L'unico segno che mi permetteva di capire che la realtà era ancora in movimento erano i battiti del mio cuore, forti e chiassosi, anche se forse sarebbero rimasti così ancora per poco. Ad un tratto il vento iniziò ad ululare, e una lacrima gli scese lungo il viso. Meccanicamente, senza rendermene conto, con un dito asciugai quella lacrima, e la guardai scivolare sulla mia pelle. Forse quella sarebbe stata l'unica cosa di lui che avrei portato con me. Prima di dire qualcosa pensai bene alle parole giuste. Pensai a come volevo che si sentisse lui e a come volevo sentirmi io. E decisi di chiedergli un ultimo desiderio.