Ogni volta che ho ascoltato la storia del tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota, ho sempre provato un forte senso di compassione e simpatia verso chi, pur facente parte del disegno di salvezza deciso da Dio, veniva poi trattato come il peggiore dei delinquenti. "Quello che devi fare fallo al più presto," gli diceva Gesù, e lui, ubbidiente e con enorme coraggio, faceva quello che era il suo compito, ciò che il suo Maestro si aspettava da lui. Tutto era stato deciso, tutto era stato scritto e tutto consapevolmente accettato da Gesù, il Protagonista tra i protagonisti, che lo ha scelto come discepolo, che lo ha avuto seduto al suo fianco durante l'ultima cena, che non ha mai cercato di fermarlo, perché non doveva essere fermato.
Così è nato "Un Angelo di nome Giuda", la storia del discepolo traditore che torna nuovamente in forma umana per raccontare, ad un giornalista televisivo, la sua versione dei fatti accaduti due millenni fa.
Con l'arrivo di Giuda nella sua vita, il protagonista è accompagnato in un viaggio fantastico, dapprima dentro di se, dove scopre il "Doppio Sigillo" che lo lega al Cristo da molto tempo, e quindi in altre dimensioni, dove inizia a rivedere molte delle certezze della sua vita presente, mentre è coinvolto in incontri, e scontri, con esseri di vari livelli di consapevolezza, sia umani sia spirituali.
"Un Angelo di nome Giuda" vuole essere un libro in cui chi legge, come accade al protagonista, possa essere messo di fronte alla opportunità di rivedere le credenze su cui ha creato il suo proprio mondo.
E' un viaggio all'interno di ciò che la maggior parte di noi crede, è un'ambientazione fantastica in cui i dubbi e le incongruenze si possono finalmente manifestare e, grazie all'aiuto di un essere soprannaturale, trovare vie di comprensione diverse da quelle cui siamo abituati.
Omaggio al più grande poeta di tutti i tempi. Questo "esperimento" cerca di proporsi come una trasposizione in prosa dell'intera opera dantesca, stilisticamente adattata alla forma del racconto e del romanzo.
Non si tratta quindi di una mera parafrasi dei versi danteschi, anche se cerca di rimanervi il più fedele possibile.
Il mio faticoso intento è quello di rendere scorrevole e comprensibile la difficile materia ed è dedicato, in particolar modo, a coloro che hanno la curiosità di conoscerne il contenuto, ma paventano l'oscuro linguaggio dei versi trecenteschi.
(Ma certo questo vuole essere anche un sussidio ai miei studenti in generale)
Buon viaggio.