Con mia sorpresa, il ragazzo che venne ad aprirmi la porta non era affatto come me l'ero aspettato.
Al posto del barbuto ragazzo dall'aria sorniona, comparve una folta chioma bruna e disordinata che adornava un volto dallo sguardo sveglio e vivace. Invece di due occhi marroni, due occhi verdi mi fissavano incuriositi, e due braccia olivastre reggevano la porta.
"Posso aiutarti?" La sua voce era gentile, ma c'era qualcosa di tremante e nervoso che rivelava come il ricordo di una spiacevole conversazione avvenuta di recente o ripetutamente.
"Ciao, sto cercando Raymond Pitt", dissi io con una voce altrettanto gentile. Tuttavia qualcosa in me doveva averlo urtato, perché il nervosismo aumentò e si trasformò in una sorta di fastidio che temetti fosse dovuto alla mia presenza.
"E chi lo desidera?" Decisamente un cambiamento nell'atteggiamento.
"Sono Ellen Campbell, la figlia dei signori che gli hanno affittato casa" Improvvisamente lo vidi rilassarsi e trarre un sospiro di sollievo. Le braccia, prima attaccate alla porta, si distesero, così come la fronte fino a poco fa preoccupata.
"Beh, in questo caso ce l'hai di fronte", rispose tendendomi la mano per presentarsi. "Sai, dopo tutto quello che mi è successo con i paparazzi non mi fido di nessuno davanti alle porte di casa.", aggiunse passandosi una mano tra i capelli e dando per scontato che sapessi a cosa si riferisse.
"Sì, posso immaginare.", risposi mentre entravo in casa. In realtà non capivo assolutamente di cosa stesse parlando, ma pensavo che un ragazzo di massimo venticinque anni per essere venuto a vivere a Trevor Wood di estate, doveva essere pazzo, e come diceva sempre mia nonna, ai pazzi bisogna dare ragione.
Però era un vero peccato che quel ragazzo fosse pazzo, perché era davvero un bellissimo pazzo.
Dalla storia:Chiusi gli occhi per qualche secondo , ancora intontita e forse spaventata per quella caduta improvvisa. Quando li riaprii vidi l'autore di tutto quel disastro, che mi allungò la mano per aiutarmi ad alzarmi mentre borbottava scuse continue. Ora era più vicino e potei osservarlo attentamente: era decisamente più alto di me, aveva dei bellissimi e profondi occhi verdi, dentro i quali avrei potuto perdermi se lo avessi osservato ancora a lungo. Dei capelli ricci contornavano il suo bellissimo viso , che assunse una strana smorfia, probabilmente dovuta al fatto che lui mi stava parlando ma io non lo ascoltavo. Una ciocca riccia si spostò leggermente sul viso infastidendolo tanto che con un movimento leggero scosse i capelli con la mano portandoseli lontano dagli occhi.
-mi dispiace, non ti avevo vista- disse con un tono sinceramente dispiaciuto.
-ehm.. si be..non importa - le parole facevano fatica ad uscirmi.
Leggete....