PROLOGO
1.
Ciao! Sono Valeria, ho 16 anni, vivo a Milano, una grande città, molto conosciuta, nonostante sia una bella città, non mi è mai piaciuta quel granché, c'è troppa gente, ogni mattina ci metto cent'anni per prendere il treno e andare a scuola, è pieno di persone, volti stanchi, e spesso arrabbiati. Sono una ragazza semplice, capelli marroni chiaro, con qualche sfumatura di biondo, occhi veramente molto strani, ma dovrebbero essere azzurri, ma cambiano con il tempo atmosferico.. né bassa né alta, il giusto, con un fisico strano, ma non sto qua a dilungarmi troppo, perché penso che sia una cosa noiosa descriversi.. spero che la mia storia a capitoli riesca a trasmettervi qualcosa, suscitare in voi qualcosa, come è stato con me..
7:30, la sveglia suona,oltretutto in ritardo, dannazione.
Faccio quello che posso, per fortuna lo zaino lo avevo già preparato la sera prima, metto alla bocca una mini brioches, saluto i miei, e corro più che posso alla stazione.. (ancora oggi mi chiedo perché ho scelto di frequentare un liceo scientifico perlopiù a Pavia..) Per fortuna, mi ricordai che la stessa mattina mancava una professoressa e si entrava direttamente alle 9:00.. Faccio come al solito il biglietto, ovviamente di fretta, corro per raggiungere il treno, mentre un ragazzo mi si piomba addosso, a dir la verità sono io che non ho guardato, ma naturalmente gli ho urlato contro, raccolgo ciò che mi era caduto, lo guardai con non-curanza, subito dopo me ne andai, ma qualcuno da dietro mi prese dal polso.....
Almeno una volta nella vita, quando arrivava Natale o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici. E nessun figlio poteva mettersi in salvo quando dal proprio genitore veniva pronunciata la fatidica frase: "Vieni al telefono, c'è la 'zia' che vuole salutarti".
Eppure Charles mai e poi mai si sarebbe aspettato che, all'età di ventisei anni, proprio quella 'zia', si sarebbe presentata alla sua porta di casa, proponendogli una richiesta più che folle. Sophie Garcia desiderava chiedergli una cosa che lui nemmeno sapeva esistesse ancora nel ventunesimo secolo: un matrimonio combinato.
Vincent Garcia era un noto mafioso francese. Per stringere accordi con un suo alleato e espandere i suoi giri loschi, aveva intenzione di donare sua figlia, Francesca, in matrimonio ad un uomo ormai anziano. Sophie, assolutamente in disaccordo con le scelte del marito, sapeva che l'unica cosa che avrebbe potuto salvare la sua bambina era niente di meno che un altro matrimonio. Un matrimonio con un uomo abbastanza potente da non poter essere nemmeno sfiorato dalla forza criminale che esercitava suo marito. Un uomo tanto pazzo, ma buono, da poter accettare tale offerta. E quell'uomo non poteva essere nessun altro se non il dolce figlio della sua cara amica: Charles Leclerc.
Per quanto non mancasse di personalità, Charles era un uomo altruista. E fu proprio ciò a fregarlo. Fu proprio quell'altruismo a spingerlo a sposare una donna che nemmeno conosceva. Privandosi della possibilità di sposare una donna che amava davvero ed avere un matrimonio felice. Eppure, la vita non era mai stata una questione di tenere sempre in mano le carte buone, ma di saper giocare bene una mano svantaggiosa.
Charles non poteva più tirarsi indietro, doveva giocare la sua partita e comprendere di dover cambiare strategia nel momento in cui quel matrimonio stava iniziando ad essere non più un obbligo, ma un qualcosa di più grande.