La stanza di smistamento piaceva solo ai bambini,che la usavano come nascondiglio dove poter dare libero sfogo ai loro giochi. Gli adulti avrebbero voluto chiudere con un lucchetto quel locale,che in fondo, non era nulla di speciale.
Grande quanto un ripostiglio, appena si varcava la soglia si veniva investiti dalla luce del sole che lo illuminava dalla mattina fino al tramonto.
Era stata proprio la continua esposizione al sole a scolorire il grande tappeto che regnava nella stanza, un tempo di un rosa vivo, ora di un grigio scuro. Stessa sorte era toccata alle poltrone basse e verdi, fatte con una stoffa pesante, poste ai due angoli della stanza, ormai chine sotto il peso di dozzine di cappotti smessi che si accumulavano durante l'inverno, dei foulards che le signore continuavano a regalare e delle paia di guanti unite come se fossero in preghiera.